Nel novembre del 1925 venne istituito a Firenze il Comitato Permanente per l’Etruria (C.P.E.), con sede in via Ginori 13. Questo nasceva da un incontro fra Antonio Minto, Soprintendente alle Antichità dell’Etruria, accompagnato da Pericle Ducati, G.Quirino Giglioli e Luigi Pernier, con il Direttore del Monte dei Paschi di Siena in merito al finanziamento del lavoro Storia dell’Arte Etruscadel Ducati, che fu la prima delle grandi pubblicazioni promosse dal Comitato.
Il Comitato sorse in seno all’Ente per le Attività Toscane (E.A.T.) ed era un organo federativo e di corrispondenza fra le varie associazioni locali del territorio della Toscana e delle zone limitrofe. Da un punto di vista finanziario il Comitato dipendeva dall’E.A.T.
Scopi del Comitato erano:
1) Promuovere e coordinare le attività di ricerca, studio, conservazione dei monumenti e delle raccolte archeologiche relative alla civiltà etrusca;
2) Offrire una valida cooperazione con la Reale Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria, nelle attività di ricerca, studio, conservazione del patrimonio archeologico;
3) sostegno alle associazioni locali per le ricerche archeologiche etrusche;
4) diffondere con conferenze, pubblicazioni divulgative e visite la conoscenza della civiltà etrusca.
Si tratta nel complesso di obiettivi relativi alla ricerca, ma anche alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico della civiltà etrusca con una complementarietà davvero pionieristica.
La Direzione del Comitato Permanente per l’Etruria era costituita da un Presidente, due Vice-Presidenti, un Segretario Generale. Tutte le cariche erano nominate concordemente dal Presidente del Comitato e dal C.d.A. dell’E.A.T. Il Presidente era invece nominato dal Presidente Generale dell’E.A.T., che era il Sindaco di Firenze, su proposta del C.d.A.
Nel novembre del 1925 erano previsti 20 membri effettivi, selezionati sulla base della residenza a Firenze, e membri corrispondenti (anche superiori a 20) che risiedevano fuori Firenze. La Giunta Direttiva aveva come Presidente A. Minto, mentre i Vice-Presidenti erano L. Pernier e L. Pareti. Segretario Generale era Aldo Neppi Modona.(Vedi Tabella)
Il primo atto ufficiale del Comitato fu l’organizzazione del Convegno Nazionale Etrusco (27 aprile-4 maggio 1926), diviso in due sezioni, una “scientifica”(Origini e Storia, Lingua, Arte e Civiltà, Topografia archeologica) e una di “attività pratiche”(Coordinamento delle attività delle varie istituzioni locali, sistemazione dei Musei, viabilità delle zone archeologiche, organizzazione di visite), ancora una volta con una interessante complementarietà tra ricerca e valorizzazione.
L’edizione dei contributi della Sezione Scientifica del Convegno Nazionale fu pensata come primo volume di una rivista, chiamata Studi Etruschi, che nella visione degli editori, doveva rappresentare una serie duratura. In seno a questo passaggio, avvennero alcune modifiche all’interno della Giunta Direttiva e una apertura dei soci effettivi, ora non solo più residenti a Firenze, ma in tutta Italia. Gli studiosi stranieri divennero invece soci corrispondenti.
Nella Giunta Direttiva venne aggiunto un Consigliere delegato dell’E.A.T. e anche i Presidenti e i Segretari delle varie sezioni, che erano: Ia) Storica; Ib) Archeologica; IIa) Linguistica; IIb) Epigrafica; III) Naturalistica; IVa) Attività pratiche; IVb) Turistica. Le sezioni furono istituite sulla scorta della struttura del Convegno Nazionale, e furono alla base delle tre sezioni della rivista medesima: Storico-Archeologica, Linguistico-Epigrafica, Naturalistica, a cui si aggiungeva un Notiziario con la relazione sulle Attività Pratiche e Turistiche. Questa impostazione è ancora oggi alla base della rivista Studi Etruschi, in omaggio ad una tradizione di grande lungimiranza scientifica e operativa.
Nel 1927 si contano 176 soci effettivi nazionali e 87 corrispondenti stranieri, per un totale di 263 soci. Tra i nazionali, si ricordano S. Aurigemma, R. Bianchi Bandinelli, G. Buonamici, G. De Sanctis, G. Devoto, P. Ducati, G.Q. Giglioli, D. Levi, A. Maiuri, A. Negrioli, B. Nogara, P. Orsi, E. Pais, R. Paribeni, A. Solari, A. Trombetti; fra i corrispondenti stranieri: J.D. Beazley, A.P. Boethius, J. Carcopino, R.S. Conway, S.P. Cortsen, L. Curtius, A.O. Danielsson, E. Fiesel, A. Grenier, P. Kretschmer, E. Langlotz, S. Reinach, M. Rostovtzeff, E. Sittig, J. Whatmough. Questo numero crebbe presto a 360, secondo quanto riferito da Antonio Minto nel discorso di apertura del I Congresso Internazionale Etrusco del 1928.
Nel medesimo discorso, Minto sottolineò che l’obiettivo del Comitato era di “regolare, disciplinare, coordinare” le energie di tutti gli studiosi di Etruscologia. Si afferma quindi in maniera netta l’autonomia della disciplina, percepita come sintesi di articolati e complessi ambiti di ricerca.
Durante il Congresso, venne approvato all’unanimità un Ordine del Giorno sottoscritto da 23 congressisti di dieci diverse nazionalità, che auspicava la costituzione di un “Istituto Internazionale di Etruscologia”. In tale Ordine del Giorno si dichiarava che la volontà di fondazione dell’Istituto era derivata da un impulso del medesimo B. Mussolini. In realtà è ben noto che l’idea fu di Antonio Minto e che Mussolini l’appoggiò e la sostenne.