La rassegna bibliografica online segue i medesimi criteri di quella apparsa nella rivista Studi Etruschi fino al numero 76, fatti salvi alcuni adattamenti tipografici minimi dovuti al formato adottato nel sito, che ha comportato la rinuncia al maiuscoletto per l’indicazione dei nomi degli autori e per l’annata delle riviste (che, di conseguenza, è riportata in numeri arabi invece che romani).
I principi di selezione della bibliografia si sono gradualmente stabiliti negli gli anni, anche con l’esperienza dei curatori che si sono susseguiti nella redazione della rassegna. In linea generale, viene inserito tutto ciò che riguarda le culture dell’Italia nel I millennio a.C., intendendo per “Italia” l’insieme delle regioni augustee, con l’aggiunta delle province di Sicilia e Sardinia et Corsica. Da questo insieme, viene però escluso, per tradizioni di ambito disciplinare, tutto ciò che è relativo ai territori occupati nel corso del medesimo millennio da popolazioni di origine extra-italica: in sostanza, le aree coloniali greche e fenicio-puniche; con qualche deroga per le regioni interessate dalle migrazioni celtiche data la difficoltà di distinguere, sotto molti aspetti, ciò che è dovuto a elementi di origine transalpina e ciò che invece è da ascrivere ad una celticità più antica di ambito padano. Aspetti storici e di produzione artigianale dovuti a popolazioni di origine extra-italica stanziate nel territorio italiano sono presi in considerazione solo per ciò che riguarda le loro relazioni con i gruppi etnici autoctoni (per esempio: distribuzione di ceramiche italiote a figure rosse nei centri indigeni della Puglia). Allo stesso modo, per via di una radicata tradizione di distinzione fra ambiti disciplinari, è escluso dalla rassegna tutto ciò che riguarda la cultura romana; intendendo con “romano” il territorio politicamente appartenente a Roma, a partire dall’inizio dell’età repubblicana. Fino alla fine dell’età regia, viene al contrario presa in considerazione anche la letteratura relativa a Roma. Adottando questi criteri è inevitabile che si creino delle selezioni artificiose: per esempio, Poseidonia-Paestum è presa in considerazione solo per quanto riguarda la fase precedente l’arrivo dei coloni greci e per la successiva fase lucana, mentre i momenti in cui la città fu greca e, più tardi, colonia romana sono esclusi dalla rassegna. Fatti simili sono inevitabili se si vogliono mantenere dei criteri semplici e lineari, senza dover inserire troppe eccezioni.
Un altro elemento che comporta un certo grado di arbitrarietà è la scelta della voce della rassegna in cui inserire i titoli bibliografici, dal momento che ognuno di essi deve comparire una sola volta. In genere, in casi di collocazione ambigua, il criterio preferito è quello dell’interesse prevalente per un determinato settore, disciplinare, topografico o cronologico. Un bollettino di scoperte archeologiche relativo a una regione moderna che raggruppa più regioni augustee è collocato sotto la regione dove si concentra la maggioranza delle segnalazioni. Un testo che riguarda una nuova scoperta e, allo stesso tempo, un riesame di una classe di prodotti artigianali, e collocato nella sezione II o nella IV a seconda della distribuzione degli argomenti al suo interno.
Per quanto riguarda le opere collettive, persiste il principio di economia già adottato nelle versioni cartacee della rassegna, per cui, ad esempio, i cataloghi di mostre sono elencati esclusivamente nel loro complesso, nell’apposita sezione IVA, e non schedati articolo per articolo. E le opere collettanee, dedicate a un solo argomento, sono citate solo in blocco nella sezione pertinente, e non divise per i singoli contributi.
Una novità introdotta in questa rassegna che, per la sua fruibilità online, raggiungerà probabilmente un pubblico molto più esteso rispetto a quella stampata sulla rivista (anche per la possibilità di aggiornamento in tempo reale, che ne aumenta il potenziale informativo), è la segnalazione con un asterisco (*) di opere di carattere palesemente non scientifico.
La rassegna ha inevitabilmente qualche limite, ma la modalità online ne rende più facile e più rapida ogni integrazione e aggiunta per le quali si confida nelle segnalazioni dei colleghi.